Il simbolo Om ॐ è una sillaba del sanscrito, sacra in numerose religioni orientali: buddismo e induismo, ma anche Giainismo, Sikhismo e Brahmanesimo.
In italiano è femminile: si legge infatti “la om”.
Conosciuta anche come pranava mantra, mantra primordiale, accompagna quasi tutte le preghiere dei credenti di queste discipline da millenni.
L’Om deriva dalla fusione dei fonemi della lingua sanscrita, scritta in caratteri devanāgari: ओ (‘o’) e ँ (‘m’ nasale), traslitterati nelle lettere A, U e M:
La A rappresenta l’inizio, la nascita, la creazione, il principio primordiale e il creatore Brahma.
La U è il divenire, la strada, e il dio Vishnu.
La M indica la fine, la morte, il dio della distruzione Shiva.
Dunque, simbolicamente l’Om incarna l’energia divina, o Shakti, e le sue principali connotazioni: la creazione, la preservazione e la liberazione.
Storia
La sillaba Om ha radici antichissime, tanto che la si trova nei primi Veda, risalenti al 1500 – 1200 a.C., una collezione di versetti che inneggiano al divino.
La metafisica dell’Om venne poi tramandata nelle Upanishad, una serie di testi filosofico-religiosi composti tra il IX e il IV secolo a.C.
Infine entrò a far parte dei cosiddetti 8 stadi dello yoga, divenendo il sesto principio su cui si fonda questa pratica, il Dharana.
Il segno grafico dell’Om, o Omkara, è caratterizzato dalla rappresentazione di 5 simboli, espressi da tre curve, una sorta di accento e un punto al di sopra di esso.
I primi due tratti, che a un occhio inesperto potrebbero sembrare un 3 particolarmente lezioso, si chiamano sushupti e jagrat, indicano rispettivamente lo stato della mente mentre è assopita profondamente e quello in cui è del tutto sveglia.
Le due prime curve hanno un significato intrinseco: quella inferiore è più grande perché è lo stato più comune in cui si trova la coscienza umana.
Il “ricciolo” laterale che segue sushupti e jagrat simboleggia lo stadio intermedio, il dormiveglia della coscienza, e si chiama swapna.
L’accento al di sopra, maya, rappresenta un ostacolo, un impedimento nel passaggio tra le linee sottostanti e il punto sovrastante.
Il turiya è quello a cui ogni uomo dovrebbe aspirare: è lo stato di calma interiore, di pace dei sensi, di elevazione e distacco, di piena coscienza.
L’Om, o Aum, è associato a tutto ciò che è triplice ed è per questo che pervade ogni aspetto della vita degli induisti. Rappresenta infatti: Corpo, anima e spirito, Passato, presente e futuro, Mattino, mezzogiorno e sera, Cielo, atmosfera e terra. Stadi della coscienza, Le tre scritture vediche principali: Rigveda, Yajurveda e Samaveda, Divinità principali, come abbiamo visto e divinità secondarie del fuoco, del vento e del sole, il Buddha, il Dharma e Sangha